Benvenuti al numero 62 di Orazio Food Experience. Dopo la prima dose di vaccino, finalmente il primo viaggio. Un viaggio: uno vero, quelli dove si prende l’aereo per andare in un posto che sarebbe difficile da raggiungere in auto, nella fattispecie in un hotel che ha riaperto la settimana scorsa. Ero abituato a prendere l’aereo per andare in giro, ma non ne prendevo uno da febbraio dell’anno scorso. Nel programmare questa piccola vacanza, non avevo pensato che riprendere a fare le cose che si facevano “prima”, almeno all’inizio, potesse essere complicato. Eppure mi ero informato. Anzi ero stato addirittura avvertito. Su Twitter @mafedebaggis (Mafe de Baggis) scriveva le seguenti parole, che io avevo degnato di un semplice sorriso:
Mi ero detto con convinzione: non farò nessuna fatica. Ma mi sbagliavo. Comincio dalla valigia. A parte che per farla ci ho messo una vita, alla fine ho concluso che non bastava il bagaglio a mano (per tre giorni al mare!). E già che c’ero nella valigia ci ho infilato di tutto. Mi sono solo dimenticato costume, pantaloncini corti e occhiali da sole... Quanto a vestirmi, dopo tanti mesi in cui l’unica preoccupazione era quella di apparire “in ordine” dall’ombelico in su (per via di Zoom), scegliere cosa mettermi non è stato facile. Ma il meglio – o il peggio – doveva ancora arrivare. Chi come me ha vissuto in casa non da solo si è abituato, coscientemente o meno, a rispettare gli spazi degli altri conviventi in un modo più preciso, attento e puntuale rispetto a prima del primo lockdown. Magari ci è voluto un po’ di adattamento, ma la sopravvivenza in casa è passata per molti di noi da un maggior rispetto dello spazio degli altri (e quindi anche del nostro), dalla consapevolezza acquisita pian piano che alcune delle nostre manie o in generale alcuni gesti fatti con noncuranza possano infastidire qualcuno. Ragazzi, là fuori è diverso. Del tuo spazio non gliene frega niente a nessuno. E non è come a casa, dove al limite ti lamenti e fai un discorso, con la speranza di essere ascoltato, a un numero limitato di persone conviventi. Là fuori, nulla è cambiato, è tutto come prima. Solo che prima ci eravamo abituati a chi non rispetta la fila, o a chi parla al cellulare come se la sua voce dovesse arrivare all’interlocutore direttamente e non attraverso il cellulare. Sopportare le stronzate facendo finta di niente faceva parte del normale sistema di convivenza sociale. In fondo la capacità di sopportare le stronzate facendo finta di niente è uno dei vaccini che rendono possibile la socialità. Occhio che gli anticorpi prodotti da quel vaccino si sono abbassati, e quindi anche la capacità di sopportare le stronzate necessita di una seconda dose!
Ma veniamo alle ricette. Oggi la videoricetta è dedicata a un brodo ristretto, una base, la bisque di gamberi, che può condire paste, risotti o zuppe. Inoltre propongo una ricetta vegetariana trovata sul sito del Cucchiaio d’Argento: le polpette di zucchine e mozzarella.
Questo numero contiene:
La videoricetta: Bisque di gamberi (con relative linguine)
La ricetta della settimana: Polpette di zucchine e mozzarella
Il ristorante della settimana: 142, Milano
Il vino della settimana: Château Cheval Blanc 1975
Se vi viene voglia di acquistare qualcuno degli attrezzi di cucina che uso nelle videoricette, trovate i link su Amazon nella descrizione dei video sulla pagina YouTube (cliccate “Mostra altro”, perché la lista sta in fondo).
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La videoricetta: Bisque di gamberi (con relative linguine)
La bisque di gamberi (o di altri crostacei) è una tipica preparazione della cucina francese ed è l’ideale per insaporire paste, risotti o zuppe. Si tratta di un brodo ristretto (court-bouillon), di un fondo, dal sapore intenso e molto gustoso, che si realizza con gli scarti dei crostacei. Una volta realizzata la bisque si può, se non la si utilizza tutta subito, congelarla negli stampi per il ghiaccio da tirare fuori all’occorrenza (“metodo Orazio”): il gusto non cambierà e si potranno realizzare piatti profumatissimi e senza dubbio gustosi. Nella videoricetta mostro poi come preparare delle linguine alla bisque di gamberi. Buona visione!
La ricetta della settimana: Polpette di zucchine e mozzarella
E’ una regola che vale per tutte le polpette. Non ne farete mai abbastanza. Qualunque sia il numero, ne farete troppo poche. Sul sito del Cucchiaio d’Argento ho trovato questa ricetta di irresistibili polpette a base di zucchine e mozzarella da servire come antipasto, come secondo piatto vegetariano, o finger food da aperitivo. Polpette di zucchine e mozzarella
Il ristorante della settimana: 142, Milano
A Milano, a due passi da porta Genova, in via Cristoforo Colombo, troviamo 142 (1 spazio dove poter vivere i 4 momenti della giornata, colazione, pranzo, aperitivo e cena, con l’accoglienza di 2 anime, sala e cucina). E’ il locale che Sandra Ciciriello ha aperto nel 2019 dopo aver terminato l’esperienza di Alice (con la chef Viviana Varese), prima in viale Adige e poi da Eataly. Con lei un trio di ragazzi di talento: gli chef Nello Barbieri dalla Campania e Chiara Orrù dalla Sardegna, e Alessandro Montanari, il pasticciere, dall’Umbria. Aperto tutto il giorno: colazione dalle 7.45, pranzo dalle 12 alle 18 e poi aperitivo e cena fino a notte fonda. Il posto è carino e accogliente. All’entrata un bellissimo bancone bar, ricoperto da capsule di bottiglie che compongono la scritta “142”, accoglie i clienti. A destra la sala principale con in fondo la cucina a vista e sulla sinistra un’altra saletta. Divertenti i tavoli neri con gocce e trame di colore. Tutto realizzato da Sandra, Nello, Chiara e Alessandro. Sandra conferma di essere una specialista impareggiabile nel capire e saper selezionare il pesce. Oltre a un bel menu di piatti a base di pesce (65 euro), la carta, evitando la divisione tra antipasti, primi, secondi e dessert, offre una ventina di piatti, tra cui prevalgono quelli a base di pesce (imperdibili gli Spaghetti Oro mio all’emulsione di bottarga di muggine), ma trovano spazio Tartare di Fassona, Risotto al caprino ed estratto di baccello di pisello, Culurgiones ripieni di patate, pecorino e menta al pomodoro e Panini al vapore con genovese e salsa al parmigiano (da leccarsi i baffi). Ben fornita e con ricarichi onesti la lista dei vini, che offre, anche tra i bianchi, alcune chicche con qualche annetto sulle spalle. 142, un posto in cui tornare spesso!
Il vino della settimana: Château Cheval Blanc 1975
Cheval Banc è uno dei grandi vini di Bordeaux. 41 ettari nella zona di Saint Emilion, praticamente al confine con Pomerol. E’ una zona in cui prevalgono i vitigni Merlot e Cabernet Franc che sono quelli che compongono Cheval Blanc. Recentemente ho avuto la fortuna di bere assieme ad amici, tra cui Leila Salimbeni, una bottiglia del 1975 di questo grande vino. Prendendo spunto dall’occasione, Leila ha pubblicato su Passione Gourmet un articolo su Château Cheval Blanc e sulla sua annata 1975. Château Cheval Blanc 1975.
Buona Domenica!
Orazio
Cheval Blanc, ca va sans dire. Il mio vino del cuore! Complimenti. N
Certo dev'essere un privilegio percepire l' "asfalto bagnato" in un Cheval Blanc....chissa' che sensazione goduriosa... e che palato da vero degustatore! Io che non conosco quel vino, non l'ho mai bevuto, quasi quasi me ne comprerei una cassa per "scoprire" l'"asfalto bagnato" in un vino...