Benvenuti al numero 122 di Orazio Food Experience e in particolare do il benvenuto a Cesare, Giulia e Robi (più quelli con un indirizzo email da cui non riesco a capire il nome), che si sono iscritti durante l’ultima settimana con un grazie a chi mi ha offerto il caffè via PayPal o Satispay, in particolare a Roberta, che me ne ha offerti 100!
Durante le ultime settimane, tra i commenti che ricevo abitualmente con riferimento ai video che pubblico su YouTube, ce ne sono stati alcuni preoccupati per ricette con un presunto alto dispendio energetico, cioè quelle che richiedono tante ore di cottura, come per esempio quelle a bassa temperatura sottovuoto. Credo che l’argomento, vista la scarsa conoscenza che lo circonda e l’atteso aumento delle bollette, si presti a ogni forma di demagogia, tanto che è subito diventato argomento di campagna elettorale e nei prossimi giorni probabilmente ne sentiremo parlare spesso, e, come abbiamo già sperimentato col Covid, anche a sproposito. Le nostre abitudini verranno messe sotto la lente di ingrandimento e ogni operazione che celi un supposto, e ripeto, supposto spreco di energia verrà stigmatizzato. Dal tono delle domande ho avuto la sensazione che i più, per quanto ricevano abitualmente la bolletta relativa al consumo di energia, non abbiano idea non solo di quanto si consumi per cucinare, ma forse nemmeno dei consumi e costi legati agli altri elettrodomestici. Confesso che io sono, anzi oggi potrei dire “ero”, tra questi. Quindi ho provato a fare la mia piccola ricerca e mi sono dato alcune risposte. Oggi mi limito a quello che ho scoperto sulla cucina a bassa temperatura attraverso l’uso del roner.
Comincio con quello che presumo sappiano tutti (o quasi), per stabilire un punto di partenza, premettendo che non sono un ingegnere e quindi chiedo scusa per eventuali imprecisioni. Anzitutto la potenza si misura in Watt e il consumo di energia si paga in kWh consumati (1 kWh è pari a 1000 Watt consumati per un’ora). I nostri contatori rilevano i kWh consumati, da cui dipende la quota delle bollette variabile a consumo. F1, F2 e F3 sono le fasce orarie, che nei tariffari possono avere costi del kWh diversi, ovvero maggiori negli orari di punta, e minori di notte e nei weekend. Oggi il prezzo di un kWh è di 27,6 centesimi con la tariffa monoraria nel mercato tutelato (da gennaio 2024 il mercato tutelato non esisterà più). Sul mercato libero il prezzo è oggi variabile all’incirca da 25 a 30 centesimi per kWh. A queste tariffe vanno aggiunti spese di trasporto energia, oneri di sistema, IVA e accise, che oggi incidono su quello che si paga in bolletta per oltre il 50%. Quindi in bolletta il prezzo più che raddoppia. Diciamo che dai 27,6 centesimi si arriva a 60 centesimi a kWh. Sembra che questi prezzi siano destinati a salire.
Ho cominciato dall’area dove sono più preparato: quanto consumiamo per cucinare con il roner? Oltre alle informazioni raccolte sull’argomento, ho anche provato a fare le mie misurazioni. Ho acquistato su Amazon un wattometro, cioè un misuratore di consumo elettrico (fino a pochi giorni fa non sapevo che esistevano: costano pochissimo, quello che ho comprato io, marca Besvic, costa 15,27 euro). Basta frapporre il misuratore tra la presa di corrente e la spina dell’elettrodomestico di cui si intende misurare il consumo e lo strumento ti dà per un determinato tempo di misurazione i Watt consumati. Easy!). Anzitutto ho calcolato il consumo del mio roner, per accertarmi se l’allarmismo di alcuni commenti fosse giustificato o meno. Per farlo ho prima trovato sul web alcuni post sull’argomento fatti da blogger credibili. Poi ho misurato da me. E ho scoperto queste cose. Per una temperatura impostata di 60 gradi, il roner consuma tanto nei primi minuti in cui si deve portare l’acqua alla temperatura voluta e poi consuma pochissimo per mantenerla (naturalmente se il contenitore è coperto, per minimizzare la dispersione). Nei primi 15 minuti consuma circa 200 Watt (per portare la temperatura da quella del rubinetto ai 60 gradi desiderati) e poi 102 Watt ogni ora. Per esempio dopo 2 ore dall’accensione il consumo è di 378 Watt, ovvero poco più di un terzo di 1 singolo kWh. Dopo 12 ore il consumo è di 1.390 Watt (1,4 kWh). Praticamente a parte i primi 15 minuti, il consumo è di 1 kWh ogni 10 ore. Per fare il petto di pollo in 1 ora e 15 minuti (io ne faccio normalmente 4 alla volta), ci vogliono circa 300 Watt, mentre se l’acqua è già calda ne bastano 150, ovvero una spesa di 8 centesimi, riducibile a 4 se l’acqua è calda. A questo vanno aggiunti alcuni centesimi per fare la rosolatura finale da 1 minuto, che con l’induzione alla massima potenza (2 minuti per riscaldare la padella più uno di cottura) comporta un consumo di circa 150 Watt. Insomma tutto incluso 0,3 kWh (riducibili a 150), più circa 0,15 kWh per la rosolatura fanno circa 0,45 kWh, il cui costo è di poco più di 12 centesimi. Se faccio il roast beef, che necessita di una cottura di 8 ore a 56 gradi, occorre meno di 1 kWh, ovvero un costo di energia da 20 a 25 centesimi. Per cucinare un pezzo da tre chili di pulled pork ci vogliono 72 ore, quindi circa 7,5 kWh, ovvero circa 2 euro. Insomma il roner alla fine consuma poco ed è conveniente!
Fatemi sapere se siete interessati, perché in una delle prossime newsletter potrei approfondire i consumi di tutti i principali elettrodomestici, sia quelli per cucinare (piano a induzione, forno elettrico e forno a microonde), sia gli altri come frigorifero o televisore o PC.
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Questa settimana la mia videoricetta è dedicata al risotto ai funghi porcini, uno dei miei risotti preferiti, che per me rappresenta un po’ la fine dell’estate e introduce l’autunno, che è una stagione straordinaria da un punto di vista culinario.
La videoricetta: Risotto ai funghi porcini
Il ristorante della settimana: Reale, Castel di Sangro (AQ)
Il vino della settimana: RosaMati di Fattoria Le Pupille
Se vi viene voglia di acquistare qualcuno degli attrezzi di cucina che uso nelle videoricette, trovate i link ad Amazon nella descrizione dei video sulla pagina YouTube (cliccate “Mostra altro”, perché la lista sta in fondo), o, in mancanza, troverete comunque il modello dell’attrezzo utilizzato.
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La videoricetta: Risotto ai funghi porcini
Il risotto ai funghi porcini è un gran classico di quando si trovano i porcini freschi. Per arricchire il sapore del risotto, insieme al brodo vegetale è consigliabile aggiungere l’acqua derivante dall’ammollo di funghi porcini secchi. Il video mostra tutti i passaggi per realizzare un gustoso risotto ai funghi porcini. Buona visione!
l ristorante della settimana: Reale, Castel di Sangro (AQ)
Ne avevo parlato al numero 8 di questa newsletter, e ci sono tornato qualche settimana fa. Parlo del ristorante Reale, di Niko Romito, ubicato a Castel di Sangro, a un’altitudine di 860 metri, nel complesso di Casadonna, in quello che nel ’500 era un convento di suore, dal cui restauro sono nati il ristorante Reale, tristellato dal 2013, un incantevole bed & breakfast di 9 camere, e la scuola di cucina professionale “Accademia Niko Romito”. Fanno parte della tenuta di 6 ettari un vigneto sperimentale, un frutteto e un giardino di erbe aromatiche e spontanee. Artefice di questa meraviglia, insieme alla sorella Cristiana, Niko Romito, chef, imprenditore, docente, uno di quelli che le mode non le seguono, ma le creano con progetti destinati a lasciare il segno: il pane come portata del menu per esempio, i format Spazio, Bomba e Alt, la video enciclopedia Unforketable, e la collaborazione con i Bulgari Hotel a Pechino, Dubai, Shanghai e Milano. I piatti rimangono indimenticabili. Il menù vegetariano di questa estate, il “degustazione reale”, era semplicemente sublime in tutte le sue portate: Carota, Zucchine, Cocomero e pomodoro, Lattuga alcolica e crema di latte, Melanzana arrosto con caramello di pesca, Scarola arrosto con olive e capperi, Cappellini laccati al pomodoro, Linguine, limone, peperoncino e parmigiano, Ravioli con ricotta di pecora e acqua, Radicchio e arachidi passando extra-menu per alcuni grandi classici come l’Assoluto di cipolla e l’Anguilla, limone, aglio arrostito e peperoncino (giusto per citarne alcuni). “Amaro, concentrato, elegante, masticabile intenso in trasformazione, traslazione del gusto. Non serve aggiungere altro, se non chiedere a tutti voi di leggere i semplici titoli dei piatti, guardare le foto, e immaginarsi, crediamo con discreta facilità, cosa sta dietro a questo percorso e, allora, prenotare immediatamente un tavolo a Castel di Sangro”, è la chiusura di un appassionato articolo di Alberto Cauzzi che ci racconta il Reale nella sua recente recensione pubblicata su Passione Gourmet: Reale
RosaMati di Fattoria Le Pupille
La Fattoria Le Pupille è nata negli anni '70 a Peretra, nella Maremma Toscana. Dopo alcune vendemmie dedicate a piccole produzioni, grazie all’entusiasmo e alle intuizioni della giovanissima Elisabetta Geppetti nel 1978 l’azienda produce un Morellino di Scansano Riserva che inaugura un'importante produzione di vini di pregio, tra cui il Saffredi, vino icona conosciuto in tutto il mondo. Convinta delle grandi potenzialità espressive del Syrah in Maremma, Elisabetta crea nel 2007 RosaMati, un vino rosato di grande eleganza e carattere che ricorda il nome di un’antenata molto amata, profondamente legata alla Maremma. E’ un Syrah in purezza, proveniente da una particella di 2,5 ha che è il preludio a un altro noto vino dell’azienda: Le Pupille. Leila Salimbeni ha pubblicato un bell’articolo nella sezione vini di Passione Gourmet in cui ci racconta della sua partecipazione ad una interessante degustazione in cui il RosaMati è assaggiato insieme ad altri vini del territorio e alcuni blasonati vini rosati provenienti dalla Provenza: RosaMati di Fattoria Le Pupille
Buona domenica!
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