Benvenuti al numero 185 di Orazio Food Experience. Un particolare benvenuto a chi si è iscritto nell’ultima settimana! Anzitutto auguro un buon anno a tutti. Come negli anni precedenti, in questo primo post dell’anno non ho resistito alla tentazione di redigere una lista di buoni propositi per l’anno nuovo: si tratta di un rito propiziatorio, come se fare la lista racchiudesse in sé il potere magico di agevolarne la realizzazione. Per quanto già compilare una lista credo sia un primo passo importante, mi sono chiesto cosa si possa fare per rendere i buoni propositi più realisticamente realizzabili. Sono arrivato alla conclusione che la soluzione migliore sia quella di farsi aiutare. Anzitutto bisognerebbe trovare nella cerchia familiare, dei propri amici o professionale un motivatore, meglio ancora se un mentore per ogni proposito. Già un motivatore sarebbe una grande passo avanti. Qualcuno a cui rendere conto, che ci ricordi il proposito, che ci faccia notare quando stiamo sgarrando. Mi rendo conto che a seconda del proposito ci va la persona giusta. E poi c’è l’aiuto che possono darci gli esperti. Per iniziare un regime alimentare controllato vale la pena di andare da un dietologo o per iniziare a fare un po’ di attività fisica ci si può affidare a un personal trainer o anche usare un corso online. In relazione a qualunque proposito ci si prefigga è possibile trovare informazioni tra cui libri o articoli che ci possano dare una mano a realizzarli. E poi non bisogna dimenticare di festeggiare, di premiarsi quando si raggiungono i primi risultati, anche parziali. E dopo queste perle di saggezza ecco la lista che in realtà con qualche aggiunta è quella di un paio di anni fa, che mi era venuta particolarmente bene e che ripropongo in versione sintetica (per chi volesse tornare alla versione integrale, si trova nella newsletter #89).
Continua a far bene le cose che già fai bene. Sono il tuo punto di forza, coltivalo.
Impegnati per stare bene in salute. Dormi di più, mangia sano, fai un po’ di esercizio fisico e prenota un check-up completo (vedi sotto, alla voce “Smetti di procrastinare”). Sembra facile, ma stare bene in salute richiede applicazione e impegno. Nel mio caso so di avere ampi margini di miglioramento!
Sii grato più spesso. Mostrare gratitudine è una delle ricette della felicità.
Chiama più spesso gli amici. Meno social media e più conversazioni.
“Don’t sweat the small stuff”. Incavolarsi per niente rovina la vita e basta. Non prendere sempre tutto sul serio. Dai importanza alle cose e alle persone che ti interessano veramente; lascia perdere il resto.
Elimina le cose che non servono, riordina e fai spazio. Questa è tra le cose che ogni anno mi riescono di meno. L’importante è non arrendersi!
Impara a dire di no (questo è un proposito nuovo). Cerca di riconoscere i “sì” dati per educazione dai “sì” dati con convinzione. Distingui i “veri sì”, ovvero quando sei contento di dire di sì, dai “falsi sì”, ovvero quando dici di sì per educazione, ma vorresti che non ti avessero messo in quella posizione. Ogni volta che dici un falso sì, stai evitando di dire di no. Lavora sui falsi “sì” e qualche volta impara a dire di no. Impara a dire di no gentilmente, senza accampare scuse, ma dicendo la ragione vera (non hai tempo, non ce la fai, o semplicemente non ti va).
Leggi di più. Sii curioso e impara cose nuove.
Smetti di procrastinare. Se una cosa porta via meno di (o fino a) 1 minuto di tempo, falla subito. Dedica uno slot ogni tanto a pianificare e prenotare: viaggi, concerti/teatro, corsi, visite mediche e check-up.
Fai una lista di obiettivi e controlla i tuoi progressi. Obiettivi e buoni propositi non sono la stessa cosa. Scegli obiettivi sfidanti, ma realizzabili. Non è il punto d’arrivo che ti farà sentire realizzato, ma il viaggio.
Ricontrolla la lista dei buoni propositi di cui sopra, scegli quelli che fanno per te e concentrati solo su quelli (anche questo è nuovo).
Se ti è piaciuta questa lista di buoni propositi fammelo sapere (il cuoricino per i like è in alto a sinistra, sotto il titolo).
Questo numero contiene:
La videoricetta: Risotto allo Champagne
Il ristorante della settimana: Propaganda Alimentare, Milano
Il vino della settimana: Azienda Agricola Fiorentino: l’Irpinia nel calice
Se vi viene voglia di acquistare qualcuno degli attrezzi di cucina che uso nelle videoricette, trovate i link ad Amazon nella descrizione dei video sulla pagina YouTube (cliccate “Mostra altro”, perché la lista sta in fondo), o, in mancanza, troverete comunque il modello dell’attrezzo utilizzato.
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La videoricetta: Risotto allo champgne
Sono sicuro che dopo le feste abbiamo una serie di bottiglie di bollicine di cui disfarci. Errore! Sono perfette per un risotto allo Champagne, che si può ovviamente fare anche con un vino spumantizzato con Metodo Classico e con un semplice Charmant (ma con lo Champagne è meglio). Nella videoricetta ci sono tutti i passaggi per farlo alla perfezione. E’ buono, proprio buono! Buona visione!
Il ristorante della settimana: Propaganda Alimentare, Milano
Siamo a Milano in Via Accademia, 56, zona Casoretto, non lontani dalla stazione di Lambrate. Qui troviamo Propaganda Alimentare. Il locale ha un look alternativo. Sulla sinistra della sala principale campeggia un grande murales, ben studiato, ironico nel suo look da realismo socialista (anzi più precisamente costruttivista), in cui manifesti stracciati che contengono slogan del tipo “Ideologia mangiabile“, ”Essicca conserva stagiona“, “Per una nuova cultura commestibile“, “Uscite dal supermercato“, “Sfiliamoci dalla filiera“, che contornano una donna con bandiera rossa con la scritta “Propaganda alimentare“ annunciano alcuni brandelli della filosofia del locale. Grande impatto. Il locale è una stanza ampia in cui al centro è posizionato un lungo bancone in mattonelle bianche tipo cucina. Di fronte al bancone un tavolone comune all’insegna della condivisione con 10 sedute e a destra alcuni tavoli per un’altra ventina di sedute. C’è anche un altro ampio salone al piano meno uno che può essere destinato a eventi. L’arredamento è sobrio, l’atmosfera è piacevole. Tra i tavoli Sergio, il patron del locale, aperto insieme ai soci Simone e Matteo, imprenditori ed esperti di comunicazione. Sergio, che ha esperienze passate di ristorazione, gestisce la sala e assicura un servizio attento, competente e gentile. L’idea del locale è quella di voler essere un “agriturismo urbano”, che si propone come un modello alternativo di ristorazione in cui saltando gli intermediari della distribuzione alimentare ci si approvvigiona delle materie prime necessarie direttamente da piccoli produttori, selezionati perché indipendenti e capaci sia di proporre prodotti di qualità sia di avere un impatto positivo sul territorio. L’ambizione della cucina proposta è quella di trasformare questi prodotti riducendo gli sprechi e aumentandone il valore. Nonostante questa enfasi comunicativa su sostenibilità ed etica del prodotto mi renda sempre sospettoso (è come con i vini naturali: sembra che farli “naturali” possa giustificare ogni difetto), considerando i troppi locali cosiddetti alternativi a Milano che puntano spesso più su look e forma che sulla sostanza, devo riconoscere che qui di sostanza ce n’è, la formula è credibile e seria e poi si mangia bene. Intrigante la proposta di due menù degustazione, uno “onnivoro” e uno vegetariano, denominati Omakase (una formula ristorativa e un modo di mangiare tipici del Sol Levante, che letteralmente vuol dire “lascia fare al cuoco”) liberamente tradotto in “fidati di me”, di 7 portate a scelta dello chef, anzi della chef, Miranda Sacchi, a 50 euro. Disponibile anche un pairing di vini al bicchiere a 20 euro. Ben strutturata la scelta alla carta divisa tra Piatti da condividere (5), Piatti principali (6) e dolci (3) con prezzi variabili da 10 a 18 euro. Piatti originali, non scontati, per una cucina in cui la chef, che ha un background di pastry chef, non teme sperimentare. Forse la sua familiarità con le note dolci la spinge a ricercare qualche rotondità di troppo quando mi sembra che abbia abbastanza talento per osare perfino di più. Carta dei vini basata su una sessantina di etichette da produttori artigianali e poco conosciuti da tutta Italia e con qualche chicca straniera, che, a giudicare dai tre vini da me assaggiati, sembrano selezionate con cura. Un posto in cui ritornare volentieri. Propaganda Alimentare
Il vino della settimana: Azienda agricola Fiorentino: l’Irpinia nel calice
L’azienda agricola Fiorentino ha sede a Paternopoli nel cuore dell’aerale del Taurasi, in Irpinia. Nel rispetto della vocazione del territorio e della tradizione familiare, l’azienda, condotta dal titolare Giovanni Fiorentino, nei suoi quattro vigneti produce prevalentemente uva Aglianico e un po’ di Coda di volpe. Dagli inizi degli anni ’90 ha costruito una moderna, tecnologica ed innovativa cantina, cominciando a produrre grandi vini, tra cui un eccellente Taurasi. Ce ne parla Irene Pinardi che recentemente ha pubblicato un articolo, nella sezione vini di Passione Gourmet, in cui ci parla della cantina e di una degustazione, a cui ho avuto il piacere di partecipare, in cui abbiamo degustato i vini dell’azienda. Azienda agricola Fiorentino: l’Irpinia nel calice. Buona lettura e buona domenica!
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