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Orazio Vagnozzi's avatar

Grazie per il commento. Prima o poi parlerò delle miscele. Ho già accennato qualcosa nel post della settimana scorsa in cui ho confrontato Arabica e Robusta e dato una rapida (forse un po' superficiale) indicazione delle caratteristiche di alcuni caffè a seconda della provenienza. Diciamo che il consiglio di macinare di volta in volta, oltre all'indubbio vantaggio del maggiore aroma sprigionato dalla tazzina di caffè, ha come presupposto che il caffè venga acquistato in chicchi. Questo comporta una migliore possibilità di conservazione, ma soprattutto la possibilità di acquistare il caffè direttamente nelle torrefazioni che normalmente sono in grado di fornire (e suggerire) caffè di diverse qualità, acquistabili anche in piccole quantità, con l'ulteriore vantaggio di poterli conservare bene e consentire un assaggio alternato. 👍

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Francesco Sandrini's avatar

Basta: qui siamo arrivati al massimo livello! L’esposizione in italiano ha ormai preso la strada della perfetta unione di purezza, perfezione e forte personalità, con una scelta di aggettivi, immagini e termini scelti che danno proprio il senso perduto della bella scrittura. E poi, il profumo italiano in casa, la « sincerità », il radicamento nella cultura, la crema parodistica, il caffè più estratto (ammazza ci sono medici di valore che continuano a pensare che l’espresso del bar contenga più caffeina): bellissimo! Verissimo! Tutto ben scritto e concentrato, ma non troppo concentrato: come il caffè della moka. Ma la cosa pazzesca è che i contenuti sono notevolissimi: poche righe per imparare montagne di informazioni e importanti suggerimenti tecnici sul caffè fatto in casa (ne ho spremuti milioni, penso in particolare a quelli degli ultimi 15 anni, per francesi affascinati e coinvolti, cui inizialmente si rivolge la domanda immancabile: vuoi il caffè italiano o la capsula? A chi sceglie il primo si dice: « risposta giusta », sorridendo calorosamente, promuovendo, avvolgendo con lo sguardo in un abbraccio mediterraneo, anzi adriatico; a chi il secondo, « sbagliato »: si allargano le braccia e si dice, comunque ti perdono e ti accolgo a casa mia come un fratello, con il tempo capirai). Adesso compero il macinatore, estraggo dal testo appena letto una buona mezza dozzina di istruzioni passo passo, stampo e affiggo all’interno dell’armadio nel quale in cucina tengo il caffè, così da seguire i consigli tecnici giorno per giorno, curioso di trovare la strada giusta: perché sì, purtroppo anche a 5.800 anni d’età, patito del caffè espresso e innamorato di quello casalingo, ho sbagliato per 58 secoli anche i passaggi di base! Verrebbe da spazientirsi ma invece si apprezza la possibilità di imparare, sperimentare e migliorare.

Adesso però che ci hai portati fin qui, la prossima puntata occorre la spiegazione su come orientarsi sulla scelta dei chicchi: eh sì perché lì si apre un mondo. So bene che l’ultimo articolo ne ha già trattato, ma forse si può andare più lontano?

Grazie ancora, questi articoli sono un modo bello e pieno di intensità per avviare la festa della domenica mattina.

Chapeau bas.

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